Cos’è il crowdfunding: tipologie, rischi e come evitare le truffe
Paolo Bascelli, Milano, 05/10/2019
Al giorno d’oggi si sente parlare spesso di startup e di crowdfunding ed a volte questi termini vengono associati in modo scorretto o improprio, non tanto per la difficoltà del concetto di startup, quanto per l’errata conoscenza di che cos’è il crowdfunding.
Il crowdfunding (termine inglese che trae origine dall’unione dei termini “crowd”, ossia folla e “funding”, ossia finanziamento) altro non è che una forma di finanziamento collettivo di un’azienda (in genere una startup), di un progetto o di un’idea. Tale forma di raccolta di capitali della collettività avviene tramite l’utilizzo del web, con siti internet e piattaforme dedicate al finanziamento dei vari progetti. Esistono diversi tipi di crowdfunding, ognuno con le proprie caratteristiche:
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Donation-based: si tratta del finanziamento di iniziative senza scopo di lucro, come per esempio le raccolte fondi per la ricostruzione di zone colpite da cataclismi. Non vi è alcuna forma di ricompensa monetaria ma solo la gratificazione morale interiore di aver dato il proprio contributo per il bene della collettività.
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Reward-based: tale forma di crowdfunding prevede il riconoscimento di una ricompensa di tipo non monetario per chi conferisce risorse finanziarie. La ricompensa può essere un attestato, una targa o qualsiasi forma di ringraziamento pubblico.
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Pre-sale crowdfunding: si tratta di un prodotto realizzato da un’azienda e non ancora commercializzato, che viene offerto a chi lo desidera contro pagamento e ordine del prodotto. Tale forma di crowdfunding ha il vantaggio per l’azienda di esplorare a priori il grado di appetibilità del prodotto e di pianificare meglio la produzione e la distribuzione del prodotto. Il vantaggio per chi aderisce a questa tipologia di finanziamento è quella di ottenere il prodotto in anteprima ed a un prezzo inferiore rispetto al futuro prezzo con cui verrà commercializzato. I rischi per chi aderisce a tale campagna di lancio di un nuovo prodotto riguardano spedizioni in ritardo o non effettuate del prodotto, difetti di fabbrica, mancanza di funzioni o caratteristiche del prodotto.
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Lending-based: con questa forma di crowdfunding un’azienda può ottenere dei prestiti dalla collettività al posto di rivolgersi ad una banca per ottenere le risorse finanziarie di cui ha necessità. A chi conferisce risorse finanziarie con questa modalità spetta un tasso di interesse sul prestito: tale tasso viene stabilito in base al rating assegnato all’azienda dalla piattaforma di crowdfunding cui l’azienda si rivolge per la raccolta del capitale. Più il rating è alto, minore sarà il rischio di insolvenza dell’azienda e minore sarà il tasso di interesse riconosciuto e viceversa.
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Equity-based: in questa tipologia di crowdfunding, chi partecipa acquista quote della società oggetto della campagna di raccolta fondi e ne diventa azionista/socio a tutti gli effetti. La società che viene finanziata NON è quotata, pertanto si tratta di un investimento molto più rischioso rispetto all’investire in società quotate in borsa ed il tasso di fallimento di società che ricorrono all’equity-based crowdfunding è molto alto, quasi il 60%. Il vantaggio per la società che si finanzia attraverso tale modalità è l’ottenere capitali con tempistiche più brevi e senza dover sottostare a tutti gli adempimenti burocratici previsti per una quotazione in borsa valori.
Specialmente per quanto riguarda l’equity crowdfunding, il rischio di investire in società ed aziende fittizie è assolutamente da tenere in considerazione. Si consiglia caldamente di seguire queste indicazioni per ridurre al minimo il rischio di incappare in truffe e per autotutelarsi:
1) Consultare la sezione dedicata all’equity crowdfunding disponibile sul sito della Consob e leggere molto attentamente tutte le informazioni;
2) Verificare che il sito web o la piattaforma web che offre servizi di investimento per il crowdfunding equity-based sia abilitato all’offerta e sia iscritto nel registro Consob;
3) Verificare i dati sia della piattaforma, sia dell’azienda in cui si vuole investire (recapiti telefonici, indirizzo della sede, sito web);
4) Accertarsi che la piattaforma rispetti le normative europee in termini di trattamento dei dati personali;
5) Informarsi il più possibile, anche con l’ausilio di un consulente finanziario, sulle caratteristiche patrimoniali e finanziarie dell’azienda oggetto della campagna di equity crowdfunding e sulla bontà del progetto in cui si intende investire;
6) Privilegiare, nelle proprie scelte di investimento, quelle campagne di equity crowdfunding che offrono all’investitore la facoltà di poter cedere in qualunque momento, a terzi, le quote acquisite.
Disclaimer: Questo articolo è frutto delle opinioni di chi lo ha redatto e supervisionato. Nessun compenso viene ricevuto per l’espressione di queste opinioni. Si dichiara inoltre di non avere alcun rapporto commerciale con le società e gli enti di ricerca menzionati in questo articolo.