Cos’è la disruption?
Paolo Bascelli, Milano, 12/12/2019
Al giorno d’oggi, in mercati finanziari sempre più avari di opportunità, la vera sfida per i gestori e per i consulenti nel generare rendimenti appetibili per i propri clienti, sta nel comprendere e nell’anticipare la probabile evoluzione del mondo come lo conosciamo oggi sotto diversi punti di vista (società, demografia, mezzi di comunicazione, sistemi produttivi, forme di pagamento, per citarne solo alcuni). Particolarmente rilevante nel processo di evoluzione è la “disruption”, termine che in italiano è traducibile con “rottura” e che indica quei cambiamenti che ridefiniscono completamente il nostro modo di fare, pensare, vedere ed interagire con la realtà a noi circostante.
Per comprendere ancor meglio che cosa si intende quando si parla di disruption o di idee disruptive è bene fare alcuni esempi. Facebook ha rivoluzionato il modo di restare in contatto con le altre persone integrando al suo interno servizi offerti da altre piattaforme quali servizi di messaggistica istantanea (come MSN), forum di discussione ed altro; Amazon ha rivoluzionato completamente lo schema di acquisto di un prodotto: prima le persone vedevano un oggetto esposto in vetrina, entravano e lo compravano; oggi vedono il prodotto in vetrina, lo cercano su Amazon, comparano i prezzi dei diversi venditori e fanno spedire a casa il prodotto; Netflix ha rivoluzionato il mondo dell’intrattenimento video. Considerando il caso di Netflix risulta evidente come la disruption, contemporaneamente all’ascesa di aziende con modelli di business, di prodotto e di servizio completamente rivoluzionari, comporta anche enormi perdite e/o fallimenti delle aziende competitor presenti in precedenza nel mercato di riferimento. Blockbuster, azienda dalla storia pluriennale è stata completamente annientata dalla concorrenza dell’azienda di Reed Hastings; Nokia, colosso della telefonia, non è riuscita a stare al passo ed ha subito perdite enormi con l’avvento dei primi smartphone; Kodak ha perso enormi fette di mercato per la concorrenza dei nuovi smartphone che hanno integrato, al loro interno, funzioni come la fotocamera e la videocamera, decidendo di sospendere completamente la produzione di apparecchi fotografici; TomTom, azienda produttrice dei famosi navigatori, dal 2007 al 2011 ha perso più del 96% del suo valore di borsa per la concorrenza del software Maps offerto da Google sugli smartphone.
Il fenomeno della disruption porta quindi, a ridisegnare completamente le strategie di business delle aziende già operanti sul mercato ed in alcuni casi questo processo di riconversione è riuscito a salvare il business: basti pensare alle aziende che producono orologi, le quali puntano sempre più sul valore estetico e sulla ricercatezza dei suoi componenti, trasformando gli orologi da oggetti di utilità ad accessori che impreziosiscono il proprio look o che rappresentano l’appartenenza ad una determinata classe sociale. Gli orologi inoltre, al giorno d’oggi, sono sempre più percepiti anche come un vero e proprio bene di investimento.
Negli esempi fatti si nota un utilizzo intensivo delle nuove funzionalità che vengono messe a disposizione di persone ed aziende grazie allo sviluppo tecnologico. Bisogna però stare attenti a non considerare disruptive tutto ciò che si basa sulla tecnologia e sull’innovazione digitale. Infatti, quando si utilizza lo stesso schema concettuale e si utilizza la tecnologia per accelerarne i processi, non si può parlare di disruption ma di ottimizzazione delle risorse, materiali ed immateriali, a disposizione. Un esempio per far comprendere meglio la differenza appena sottolineata può essere il seguente. Si pensi all’invenzione della lavatrice alla fine del 18esimo secolo che è stata rivoluzionaria per centinaia di milioni di persone ed all’invenzione della lavastoviglie verso la fine del 19esimo secolo: il concetto alla base dei due elettrodomestici è identico, ma la vera “rottura” è avvenuta con la lavatrice, mentre la lavastoviglie è stata solo un’estensione ed una “riprogrammazione”, favorita dal progresso tecnologico, delle funzionalità offerte dalla lavatrice.
In conclusione, la disruption è ciò che in ambito scientifico viene indicato come “cambio di paradigma”, ossia come un riscrivere completamente le regole, squalificando quelle precedenti.
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